IL MALE
vieni, vieni
nello specchio di nulla
il vuoto è maestro di tutti
i tessitori
leggimi, il mio inchiostro
non dura
il nostro fare è sempre
un infinire
o mia luna,
la mente si consuma
preparami le labbra a un batticuore
è leggera leggera la dimora
della nostra storia
il lavoro della vita
è ricamare segni
d’attesa s’irrigano le labbra
la mia lingua lumaca ti bagna
con splendente scia
la frase che hai inciso sulle mie ossa,
cancellala
coltiva leggerissimi
fiori per il vento
ciò che abita il corpo ha paura di rompere la carne
vieni con la tua lacrima
qui, sulla mia mano
serve la dolcissima parola, dilla
il vasaio mi ha fatto di perfetto
vuoto
MATERIA
ecco il corpo, ecco le sue parti
restituisco il bacio e il mutamento
toglimi la corona, la parola
e la lingua, fiume del fermento
le vertebre, il mio planetario
e la maestria del visibile, corona ciliare
circolo degli astri
la spina della rosea demenza
emulsioni e colate di sangue e latte
e il piede che non ricongiunge
le sostanze e i verbi
e il ventre che tesse lino celeste
l’anello dell’inguine e l’ansa uterina
il cardo rosso della terra
le guaine dei dolci gherigli
le cavità dell’occhio e del palmo
l’ampolla lacrimale di rugiade d’uomo
le corde dorsali, le cortecce
la sostanza nera
la rosa spinosa delle apparizioni
la pia madre della mente
che non sa dirompere dal quadrante
viola mirabile, assenzio vero
la linea aspra che dispiega lenzuola
il corno supremo,
la cresta del cantore
i calici renali, specchi di nuvole
la testa argento di luna
cisterna di frantumi
la vena cava, il sospensore
pelvico, la vena profonda, il salivatore
la laringe, Dafne di dolore
inghiotte le visioni il cuore…
FIORITURE
su splendore di biacca il cieco
canta con matite d’amore
o Maddalena ospitami
nella tua cruna
la carne è un salmo che vibra
dolce, dolce degradare
in una fine del mondo
calcinaia
vengo da un libro di chemìa
al punto di delirio
phù…
la rosa del silenzio parla
alla rosa della voce
stagione aurea, policromia
sostanze semplici come
ossigeno e oro
arcobaleni e inchiostri
spremo le ultime gocce
di ciò che resta del cuore
spiandomi in voce
come per morire
alla muta del pensiero
tutta la metafora è in fiore