Qualcosa da selvaggiamente sprecare

Il mio corpo è fatto della medesima carne del mondo,
di questa carne del mio corpo è partecipe il mondo
Merleau-Ponty

il buio
l’oscura lotta tra il buio e la luce
cieca è la luce
e non vede ciò che illumina
fora la pelle del buio
e svela il miracolo di un corpo

vedi
carne ho
sangue ho
vita ho
perché parlare?

luminosa scintilla e cuore
ecco la carne
muta carne del tempo
e del rosso della rosa

guardo il non visto
ascolto il non detto
tutto nel corpo è scritto
col filo sottile del sangue

qualcosa vive, qualcosa muore
a pochi centimetri dal cuore

maree malinconiche oscurano il cuore

forse m’inganno su ogni cosa
forse dico parole cieche
forse non c’è tempo
forse sto tremando

l’angelo del sangue
all’improvviso
cammina col mio corpo
disegna i miei gesti
frantuma, spezza
i momenti di vita
della mia vita

mi prende la mano
mi conforta, mi strazia
fa crescere le spine
fino al cuore
c’è sempre una ferita

penso di essere tutto
sento di essere niente

esito ad ogni passo
del mio sempre andare

tremo ad ogni sguardo
del mio cieco vedere
soffio su ogni perdita
e ne asciugo le lacrime

è tutto inutile mi dico
sciogli ogni vincolo
non ostinarti nell’errore
non puoi, non devi

il mio sentire
è il mio capire
eppure bisogna continuare
ancora continuare
ancora e ancora

c’è sempre un fiore
c’è sempre un sangue

ospite della mia carne
guardo gli uccelli
danzo nella mia carne
danzo con le pietre, gli alberi e il vento
l’animale
escluso dalla comunione
cerca altre vie

respira
tra la gioia e il nulla
respira il respiro
gioioso e fatale della vita
e il grido che in sé gridò
l’intera vita
resiste a ciò che sente
s’inganna senza fine

sta tutti i giorni
senza scopo a stare
chiaro unico mondo tra i mondi
palpita tra le illusioni
si accende e danza

resiste quel che non esiste

ogni cosa oscura
in se stessa è chiara
piccolo io, il destino
lacrime
senza rumore
cadono

m’interrogo sullo scopo
sulle asprezze dell’anima mia
sull’insensata abitudine alla vita
e sulla morte
questa pagana morte
che scava noi per noi

aggiogato dalla luce
l’animale che si nutrì d’amore
sopravvissuto è qui, sangue d’agnello
e dolore di carne viva

nello specchio incrinato della realtà
la creatura divora la creatura